Tradizione, Cucina

IL CAFFE’ ITALIANO TRA STORIA, CULTURA E TRADIZIONE

18/07/2022

Il caffè è sinonimo di italianità in tutto il mondo e non a caso siamo tra i consumatori più appassionati di questa bevanda, che è parte integrante della vita quotidiana di milioni di persone. Il caffè italiano è una storia di amore e tradizione, che è entrata a far parte della cultura del Bel Paese in modo casuale conquistando sovrani, nobili, gente del popolo e, infine, tutto il resto del mondo. 


Se c’è una cosa che riesce a unire una terra dalle mille sfaccettature come l’Italia, quella è il caffè. Che lo si beva velocemente prima di andare al lavoro o per scambiare quattro chiacchiere al bar insieme agli amici, o che lo si gusti con calma a casa, è innegabile che nel Bel Paese sia radicata una vera e propria cultura del caffè. Nel corso del tempo il caffè è diventato talmente importante nello Stivale da istituire persino un’università a Trieste a lui dedicata, con lo scopo di divulgare la tradizione e la qualità di questa bevanda. L’amore degli italiani per il caffè è stato espresso anche attraverso commedie, come quella di Carlo Goldoni dal titolo «La bottega del caffè», e canzoni soprattutto di produzione musicale napoletana.

La storia del caffè in Italia ha inizio in una data e un luogo preciso: nel 1570 a Venezia, quando il padovano Prospero Alpino ne portò alcuni sacchi dall‘Oriente. All‘inizio la bevanda veniva venduta in farmacia, ma il costo alto del prodotto ne faceva un‘attrazione soprattutto per i ceti più abbienti mentre la moka è un modo tutto italiano di preparare il caffè espresso. Questa definizione è dovuta alla volontà di velocizzare la preparazione rispetto a quella originaria turca, che cuoceva la polvere, invece di filtrarla e anche per ridurre i tempi di attesa nelle antiche botteghe.

In Italia la patria indiscussa del caffè è Napoli e, proprio qui, è stata messa a punto la moka, il modo casalingo di prepararlo e che sprigiona quell’aroma che si spande per tutta casa. Fu Angelo Moriondo a inventare la macchinetta nel 1884, ma già nel 1855 era stato presentato qualcosa di simile all’Esposizione Universale di Parigi. Attraverso altri prototipi si arrivò nel 1933 a quello che oggi tutti utilizzano e che fu ideato da Alfonso Bialetti: lo chiamò “Moka Express” e da alluminio, fu poi fabbricato in acciaio. La materia prima per la moka e per le macchie da bar si trova già macinata.

Le canoniche tazzine da caffè per bar sono di solito bianche e realizzate in ceramica, materiale in grado dimantenere a lungo il calore della bevanda, aiutando al contempo a sprigionare l’aroma del caffè nel momento in cui lo si beve. Super igieniche le tazze in vetro, semplici da pulire e fabbricate senza l’ausilio di sostanze chimiche, meglio se prodotte col vetro temprato perché resistente agli sbalzi di temperatura, rendendo sicuro il lavaggio anche in lavastoviglie, molto frequenti nei bar.

Le tazzine da caffè in cui si beve l’espresso hanno tradizionalmente il bordo largo e una base stretta per accentuarne il sapore, portando così tutti gli aromi vicini al naso e al palato.

Al giorno d’oggi si possono personalizzare anche le tazzine da caffè per bar, i più tradizionalisti possono mantenere il classico colore bianco magari apponendo sulla tazza il nome o il logo del proprio locale.

Le possibilità di personalizzazione sono praticamente infinite e si possono realizzare anche per le tazze e tazzine per la casa che utilizziamo quotidianamente.

Per distinguere il contenitore da quello degli altri membri della famiglia si può scegliere una tazza personalizzata, oggetto capace di esprimere i propri interessi o di veicolare messaggi in cui ci si sente rappresentati. Per soddisfare le esigenze di tutti i membri della famiglia o di eventuali ospiti è meglio diversificare i tipi di tazze da tenere in casa: alcuni potrebbero preferire la tazza mug, dalle dimensioni più grandi e utilizzabili anche per bere tè e tisane. Questa tipologia va bene anche la mattina se si ama il caffè latte a colazione. Di solito non vengono sfruttate per il solo caffè, perché il calore della bevanda andrebbe subito a disperdersi e anche il sapore risulterebbe alterato.

Recentemente il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha infatti approvato all‘unanimità la candidatura del caffè espresso italiano alle liste UNESCO del Patrimonio Immateriale dell‘Umanità: «In Italia il caffè è molto più di una semplice bevanda», ha spiegato il Sottosegretario Gian Marco Centinaio, «è un vero e proprio rito, parte integrante della nostra identità nazionale ed espressione della nostra socialità che ci contraddistingue nel mondo».

Se c‘è una cosa che la storia del caffè italiano e la successiva sua candidatura alle liste UNESCO dimostra, è che la cultura del caffè è cultura italiana: è una testimonianza delle persone che si uniscono e si godono le piccole cose della vita; è una testimonianza di generazioni di duro lavoro e perseveranza per perfezionare un mestiere che porta alle persone di tutti i giorni semplici piaceri. La cultura del caffè è italiana come l‘espresso stesso