Saluto, Femminile
QUALITA‘ DEL LAVORO E SALUTE MENTALE NELLE DONNE
11/07/2022
Ciò che emerge da un recente studio condotto nel Regno Unito riguarda principalmente le conseguenze negative del lavoro: questo è che emerge da un recente studio condotto nel Regno Unito. La ricerca, svolta da un team di ricercatori italiani e inglesi, ha evidenziato proprio la relazione tra la qualità del lavoro e la salute mentale dei lavoratori, soprattutto nelle donne.
Le moderne condizioni di lavoro possono influire sulla salute psicofisica? Questo è ciò che sono chiesti alcuni di Economia Politica dell‘Università di Torino, dell‘Università Milano Bicocca e alcuni docenti del King‘s College di Londra e dell‘Università di Trieste. Il loro importante studio, pubblicato sulla rivista Labor Economics, ha preso in considerazione i dati provenienti da oltre 26.000 lavoratori britannici (donne e uomini) che hanno svolto lo stesso lavoro tra il 2010 e il 2015.
I lavoratori presi in esame, nel corso degli anni, hanno mantenuto lo stesso lavoro; ciò che sono cambiate sono le condizioni di lavoro. Nel tempo, infatti, hanno preso il largo il progresso tecnologico e la digitalizzazione, oltre a susseguiti periodi di crescita, ma anche di crisi economica. In che modo, quindi, i lavoratori di queste aziende hanno reagito a questi mutamenti? La loro salute mentale è stata influenzata da tutto questo?
Ebbene sì: la ricerca evidenzia come alcune caratteristiche principali di un lavoro hanno un effetto sulla salute mentale dei suoi dipendenti, nello specifico si parla di:
flessibilità di organizzazione degli orari di lavoro;
il grado di autonomia che le persone hanno nell‘applicare e sviluppare le loro competenze sul posto di lavoro.
L‘analisi, tuttavia, sottolinea come i miglioramenti nella qualità del lavoro portano a minor depressione e ansia per le donne. Tra i fattori positivi rientrano politiche pubbliche e private per migliorare la salute sul lavoro e una maggiore efficienza nei servizi sanitari e per il benessere psicofisico sociale.
I dati italiani stimano che almeno il 6% degli italiani sotto i 70 anni abbia sintomi depressivi, e che la depressione colpisca le donne da due a tre volte più degli uomini. La Mental Health Foundation ha evidenziato come i problemi di salute mentale costano all‘economia britannica almeno 118 miliardi di sterline l‘anno, il 5% del PIL di tutto il Regno Unito: questo a causa soprattutto della minor produttività di ogni lavoratore. I dati della sua età, infatti, come ci è un evidente bisogno di flessibilità lavorativa a seconda delle esigenze di ciascun lavoratore, sue priorità, della sua specifica tipologia di impiego.
I ricercatori hanno anche pensato a un‘interessante teoria: se alcune posizioni sono considerate flessibili, come gli addetti alle vendite, ai servizi ricettivi, ai servizi ricettivi e lavora all‘assistenza sociale, può lavorare e lavora la stessa autonomia degli impiegati al lavoro di ufficio, si osserverebbe una riduzione nel rischio di depressione clinica del 26% come diretta conseguente.
In base alle ricerche effettuate, la salute mentale delle lavoratrici più giovani (sotto i 35 anni) è risultata migliorata nelle situazioni in cui le condizioni possono sperimentare una maggiore libertà di azione in di personale e programmi formativi. Per le donne over 50, invece, è stato registrato un miglioramento della salute mentale nei casi in cui sono sentite importanti creative nel loro lavoro, in condizioni fisico-ambientali e in orari di lavoro più flessibili.